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La realtà più reale del vero.

Come si può percepire il mondo in modo errato, così si può percepire se stessi in modo errato.
Il significato di essere me stesso non può essere ridotto o trasferito a livello informatico: le cellule che compongono il corpo costituiscono un insieme che ci rende diversi e più elle singole parti.
Il nostro modo di essere consci è solo uno dei modi possibili di essere consci, la coscienza umana è solo una piccola parte di un vasto insieme di conoscenze possibili.
Così il nostro Sé corporeo, il nostro Sé emotivo, il nostro. Sé autobiografico, il nostro Sé relazionale e il nostro Sé spirituale sono unici per ognuno di noi.
La condizione di presenza o consapevolezza è una condizione particolare dove noi ci concentriamo su alcuni aspetti percettivi e ideali, legati al mondo delle sensazioni, delle idee e dei pensieri, con cui narriamo la situazione che stiamo vivendo usando causalità, creando storie nelle quali ci troviamo immersi.
Nella maggior parte delle occasioni agiamo sulla nostra consapevolezza in modo diffuso, senza specifiche attribuzioni di senso e significato.
C’è un vero e proprio paradosso dietro alla nostra consapevolezza, se pensiamo di essere gli elementi che osservano gli elementi che osservano gli elementi che osservano gli elementi che costituiscono la nostra consapevolezza.
La maggior parte delle esperienze che noi consideriamo reali sono frutto della nostra rappresentazione, noi sintetizziamo gli eventi riassumendoli.
Per fare un riassunto di un’esperienza dobbiamo scegliere alcuni episodi dell’esperienza e considerarli punti fermi: legandoli in modo causale generiamo una storia, che diventa facilmente memorizzabile.
Tutta la nostra vita è il frutto delle storie che ci raccontiamo, è dunque una nostra costruzione, dove diamo risalto ad alcuni aspetti ignorandone altri.
È quindi possibile lavorare sulla nostra storia considerandola tale, non come unica e assoluta realtà vissuta, ma come possibilità di conoscenza e di esperienza passata, e come tale suscettibile di cambiamenti e revisioni. Ciò implica dare significati diversi a simboli che si sono manifestati nella nostra vita passata.
In verità questa visione è utopica in quanto noi siamo veramente convinti della memoria che portiamo con noi, se così non fosse avremo molte difficoltà a muoverci, dubiteremmo di ogni cosa e non procederemmo più con la sicurezza di chi ha visto. Intendo dire che è fondamentale vedere di non vedere, solo così possiamo capire quando è il nostro cervello che completa per noi e le esperienze.
Ogni nostra esperienza si completa in un senso, quando questo non succede rimaniamo come sospesi in una ricerca continua di un significato.
Alcune esperienze umane sono fondamentali dunque al mantenere in noi un’identità e un orientamento. Percepire, pensare e agire costituiscono la nostra idea di fondo in quanto esseri viventi autonomi.
In effetti è facile vedere negli altri le prove, la sopravvalutazione o la sottovalutazione di un’esperienza. Quando siamo direttamente coinvolti non riusciamo a modificare l’esperienza e ci basiamo in modo sostanziale sulla nostra memoria, dandole piena fiducia.
La realtà quindi è sempre più reale del vero, siamo come bambini che non sentono, non vedono e non percepiscono che il loro punto di vista tanto da proiettare sulla realtà l’Io vissuto e viverlo come reale.
Nella mia esperienza l’unico linguaggio che può fare breccia in questo mondo granitico è il linguaggio ipnotico, la cui modalità è quella di riportare la persona a un pensiero indifferenziato, un pensiero infantile, come se potendo tornare indietro potesse ripartire da capo a dare un senso le sue esperienze.
Se posso creare un innesto di storia e convincere la persona che quell’aspetto della sua vita è realmente accaduto allora tutte le risposte seguenti saranno influenzate dal ricordo, anche se questo risulta un innesto nella sua storia. Credo che il nostro futuro nell’ambito della terapia possa riservare sorprese in questo ambito, trovando la chiave di volta funzionale al raggiungimento di uno stato mentale ipnotico, si potranno costruire realtà differenti e permettere alle persone di rivalutare la propria vita, orientandosi a cambiamenti funzionali.
Ecco confezionata una realtà che se risulta più reale del vero, allora ci permette di vivere una vita libera da convinzioni limitanti, da presupposti sbagliati, nella condizione continua di potersi rivalutare rivisitando i ricordi e le esperienze adesso connesse, modificando così la nostra identità potendo accedere ai nuclei di pensiero che l’hanno generata.

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