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Ipnosi e Costruttivismo.

Gregory Bateson

La vita umana è un continuo susseguirsi di scelte e decisioni che ci orientano e condizionano continuamente, ma con quale metro procediamo nella vita, cosa ci guida nelle nostre scelte?

Heinz von Glasersfield, studioso della comunicazione uomo-animale, e della traduzione meccanica ha sviluppato il suo modello di costruttivismo radicale secondo il quale si deve rinunciare all’ontologia.
Ernest von Glasersfeld contesta l’idea che la conoscenza umana debba perseguire una rappresentazione vera ed oggettiva di un mondo già esistente “in sé” poiché per dimostrare una tale verità sarebbe necessario confrontare ogni conoscenza con quella parte della realtà che essa dovrebbe rappresentare, cosa non possibile poiché per fare questo confronto, si dovrebbe conoscere la realtà così com’era prima di passare attraverso le operazioni del soggetto osservatore, in altre parole si richiederebbe un confronto tra una cosa che si conosce ed un’altra che non è conoscibile.

Egli è convinto, e la nostra Scuola di Ipnosi Costruttivista con lui, che i concetti che adoperiamo per “maneggiare” il mondo della nostra esperienza, siano il risultato della nostra attività costruttiva, nel corso della quale applichiamo una selezione negativa (principio di viabilità), eliminando tutto quello che non serve o non funziona, in modo che ciò che rimane alla fine risulti adatto, adoperabile o come egli preferisce dire “viabile”, cioè percorribile.
Le scelte nella vita dunque passerebbero dal setaccio dell’utilità e della fattibilità fino a dare spazio ad una scelta utile al soggetto e percorribile, di recente un film di Woody Allen dal titolo: “Basta che funzioni” in modo spiritoso ma arguto mette in evidenza l’utilità funzionale delle nostre scelte, continuamente alla ricerca di un principio di viabilità.

La vita è un processo cognitivo: vivere significa conoscere e conoscere significa vivere. È attraverso il processo cognitivo, che nasce dall’esperienza individuale, che ogni essere vivente genera il proprio mondo, noi tutti viviamo in un Dominio cognitivo e comunichiamo attraverso il nostro Dominio linguistico, noi siamo la storia che ci raccontiamo ci suggeriscono Humberto Maturana e Francisco Varela.

L’esperienza vissuta è il punto di partenza di ogni conoscenza e l’uomo compie le proprie esperienze attraverso il proprio corpo avente struttura determinata, l’esperienza è la causa ed il mondo ne è la conseguenza.
Soggetti diversi rispondono in maniera diversa ad uno stesso stimolo e la risposta sarà determinata dal modo in cui l’osservatore è strutturato, ogni conoscenza porta con se un insieme di presupposti che non possono lasciarci neutrali, la conoscenza obbliga.

È la struttura dell’osservatore che determina come esso si comporterà e non l’informazione ricevuta.

L’informazione in sé non ha esistenza o significato se non quello che le attribuisce il sistema con cui interagisce, perciò l’informazione non può avere un’esistenza oggettiva e poiché il principio di oggettività è intrinseco al significato convenzionale del termine informazione, si conclude che non esiste l’informazione.
In tal senso è arbitrario distinguere il soggetto dalla sua vita, ogni soggetto vive attraverso una continua relazione tra se e il resto, trovando via via la strada più ” viabile ” rispetto alle sue esigenze, non potendo prescindere dalla propria struttura interna, “da come siamo fatti”.

Nella terapia si assiste ad un fenomeno riorganizzativo, in particolare con l’uso dell’ipnosi il soggetto accetta di usare un approccio creativo al pensiero, le nuove esperienze conseguenti a questo approccio creativo rendono possibile una nuova relazione col mondo e la vita, cambiando sostanzialmente l’approccio cambia l’intero processo di adattamento.

Crediamo sostanzialmente che la vita venga affrontata attraverso il suo aspetto viabile, noi percepiamo, dunque riconosciamo ed utilizziamo contemporaneamente in ogni processo cognitivo.

Nel momento che la nostra mappa adattativa non ci permette di adattarci alla vita, abbiamo bisogno di un nuovo processo adattativo, un processo creativo, che ci permetta di farlo.

L’intelligenza è strettamente legata al processo creativo, l’intelligenza crea per noi una nuova realtà e la mantiene stabile, e questo vien fatto continuamente ma la nostra coscienza non controlla, o possiede, la struttura mentale, ne possiede soltanto l’usofrutto, noi non siamo i possessori del nostro cervello, noi viviamo unicamente del suo usofrutto.

Usare l’ipnosi vuol dire avanzare un processo creativo che modifica la relazione che abbiamo col mondo, vien da se che qualunque approccio nuovo, dunque creativo, va favorito in un processo di cambiamento fino a raggiungere un nuovo equilibrio.

Si perturba il sistema fino ad ottenere una nuova mappa viabile, percorribile, per il soggetto.
Qui l’essenza dell’approccio Ipnotico Costruttivista.

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