IPNOSI E STATI MENTALI
Edgar Morin
L’ipnosi è uno stato di coscienza caratterizzato da uno stato mentale, che si colloca tra la veglia e il sonno, denominato trance o stato di ipnosi, che permette di influire sulle condizioni psichiche, somatiche e viscerali di una persona per mezzo di una relazione tra questa (cliente) e un’altra persona (ipnotista) o che lui stesso può crearsi attraverso l’autoipnosi.
Lo stato mentale è un equilibrio tra pensieri e senzazione, ogni stato mentale ha una sua memoria, la memoria è stato mentale dipendente, il mondo degli stati mentali è un mondo che ha bisogno di un METODO (viaggio, percorso) per poter esser avvicinato, Edgar Morin è in grado di orientarci attraverso il METODO.
In tale stato mentale si ha una riduzione delle capacità critiche, un aumento della convinzione, persuasione e suggestionabilità e una limitazione del campo di consapevolezza alle sole richieste suggerite dall’ipnotizzatore.
La persona regredisce a livelli infantili di funzionamento mentale e di comportamento, caratterizzato da fenomeni di ideoplasia e monoideismo, ossia di trasformazione in realtà soggettiva e oggettiva di quanto viene intensamente immaginato, trasformando l’idea in azione, movimento, rimanendo concentrati su una solo idea alla volta.
L’ipnosi arriva dall’antichità attraverso le pratiche magico religiose che da sempre hanno accompagnato l’uomo nella sua storia, prima fase della storia dell’ipnosi, ma è stata introdotta in Europa da Mesmer nel 1779 con una prima opera creata per spiegare meglio le operazioni da eseguire durante le cure mediche, scrivendo il saggio: Mémoire sur la découverte du magnétisme animal (Memoria sulla scoperta del magnetismo animale, 1779).
Mesmer ipotizzava di possedere un fluido magnetico e di poterlo far passare da se al proprio paziente, con lui Braid, altro medico del tempo, che propose un’interpretazione neurologica con il metodo dell’induzione verbale.
In verità erano vicinanza e contatto fisico col paziente le ragioni dell’attivazione neuro fisiologica notata nei loro pazienti dai medici.
In seguito, allo studio specifico dell’ipnosi, si dedicò dapprima Charcot, che ne distinse gli stadi (letargo, catalessi e sonnambulismo), annotando le modificazioni organiche relative al tono muscolare e ai movimenti riflessi, e in seguito anche Freud che utilizzò l’ipnosi, nella terapia dell’isteria, seguendo il metodo catartico, consistente nel far defluire o abreagire la carica emotiva, impedendo che questa potesse cercare vie anormali di sfogo attraverso la manifestazione di sintomi. Tale tecnica fu in seguito abbandonata a favore della psicoanalisi, in quanto egli pensava, erroneamente, che tale stato di semi-incoscienza dovesse essere profondo e dunque non consentisse al paziente di elaborare il proprio vissuto psichico, mentre bastava una media trance, facilmente ottenibile con ogni soggetto, per poter ottenere l’attivazione del potenziale mentale.
L’ipnosi da questa fase psicologica si è poi legata al percorso delle neuroscienze ed in particolare al lavoro di Pavlov che nel trattamento di pazienti traumatizzati, portandoli a regredire al momento del trauma, scoprì casualmente l’importanza delle emozioni nei processi di riequilibrio psichici, le emozioni permettono di cancellare ricordi e far spazio nella mente.
L’ultima fase della storia dell’ipnosi si è consumata con la nuova ipnosi e il lavoro di Milton Erickson che ne ha fissato le basi, avvicinando, con l’ipnosi naturalistica, l’idea particolare che l’ipnosi non esiste perchè tutto quanto è ipnosi.
L’evoluzione dell’ipnosi dal mio punto di vista è poi continuata appoggiandosi alle neuroscienze, e per quel che riguarda il lavoro portato avanti nella nostra scuola, l’idea di coniugare l’ipnosi col costruttivismo, precursore filosofico del lavoro delle neuroscienze, tenendo a sottolineare il lavoro del cervello come emulazione della realtà, l’attività mentale, immanente e non trascendente all’ambiente in cui si trova, è alla base di tutti i processi costruttivi del pensiero, compreso il processo di identificazione nell’identità personale.
Esistono due forme legate al trattamento dell’ipnosi: l’ipnoterapia ( psicoterapia sotto ipnosi attraverso esperienze meditative e contemplative, gioco di ruolo, drammatizzazioni), e l’ipnoanalisi (percorso di analisi psicologica attraverso associazioni libere, parole chiave, analisi dei sogni, esperienze regressive e progressive).
L’ipnosi è attualmente una tecnica che viene utilizzata come strumento di ricerca sulle modalità psico-fisio-biologiche con cui si attua l’interazione mente-corpo, in particolare coniugando l’ipnosi e l’effetto placebo creando così un nuovo termine di riferimento “ipnobo”; ed inoltre come mezzo di intervento psicoterapico in quanto metodologia che si avvale dell’attivazione del potenziale mentale della persona, a favore dell’organizzazione del suo mondo interno (strutturando e riequilibrando il mondo inconscio del soggetto).
La base neurologica ed organica dell’ipnosi sembra risiedere a livello del sistema nervoso centrale in strutture differenziate, (parti differenti del cervello collegate fra loro da specifiche connessioni creative), nuove connessioni sinaptiche e neurormonali a formare gruppi neuronali funzionali differenti, integrati attraverso un sistema d’apprendimento facilitato dallo stato d’ipnosi e dall’abbassamento della critica.
Sono sicuramente coinvolti nel processo ipnotico la corteccia cerebrale, il sistema fronto-limbico ipotalamico, la sostanza reticolare ascendente di attivazione e i suoi nuclei specializzati pontini (in specie, il locus coeruleus).
L’ipnosi è mediata da contenuti comunicativi che sono le convinzioni, a seguire le persuasioni, fino alle suggestioni, le quali possono essere proposte dall’ipnotista o autoindotte dal soggetto.
La suggestione può essere espressa verbalmente e/o non verbalmente ed essere diretta, cioè riconosciuta dal soggetto come rivolta alla sua parte cosciente, o indiretta, come nel metodo ipnotico Ericksoniano, cioè rivolta alla sua parte inconscia e da lui non compresa.
Il monoideismo ideoplastico (ideomotorio) trasforma dunque la parola da pensata in vissuta, avviando così il processo ipnotico.
La trance ipnotica viene indotta secondo vari procedimenti, il più comune dei quali consiste nell’invitare il paziente a fissare un punto dinanzi a se, poi chiedendo di chiudere gli occhi e successivamente suggerendogli uno stato di profonda stanchezza.
Gli aspetti dinamici che caratterizzano l’induzione ipnotica sono di tipo regressivo:
a) la riduzione delle afferenze sensoriali, limitando il campo di consapevolezza, dal momento che in assenza di stimolazioni sensoriali la persona tende ad allucinare, creare con la mente, per mantenere la sua corteccia sotto l’influsso di una stimolazione continua (focalizzazione);
b) la limitazione del movimento, per ridurre il contatto realistico con il mondo esterno, attraverso associazioni di rilassamento, perdita di consapevolezza, sonno (implicazioni);
c) la manipolazione dell’attenzione, che trasferisce l’attenzione del soggetto sulle proprie funzioni mentali interiori (dissociazione);
d) gli stimoli ripetitivi o impositivi che esaurendo l’attenzione disponibile, la mente è in grado al massimo di tener sotto controllo 7+o- 2 informazioni contemporaneamente, producono un impoverimento ideativo (intensificazione).
Il punto di arrivo dell’induzione è rappresentato dallo stato ipnotico, che si caratterizza per una modificazione della funzione dell’Io, in cui le idee vengono sostituite da immagini visive e acustiche, e da un transfert ipnotico con l’ipnotista, in cui l’attenzione diventa selettiva e il soggetto ascolta solo la voce e i comandi dell’ipnotizzatore, assumendo toni e ruoli inconsueti come la simulazione di comportamenti di età regresse o impersonando il comportamento di altre persone.
Lo stato ipnotico può raggiungere diversi livelli di profondità, ciascuno dei quali presenta sintomi (segnali) differenti, torpore, fenomeni catalettici (blocchi) di breve durata, sonno leggero con catalessia, sonno profondo, contratture, analgesia suggestiva e discreta amnesia, obbedienza automatica con amnesia più profonda, allucinabilità positiva (il soggetto vede cose che non ci sono), sonnambulismo e amnesia completa spontanea, allucinabilità negativa (il soggetto non vede cose che ci sono) durante la trance e per l’attività favorita da messaggi post ipnotici.
Nell’uso dell’ipnosi le modalità di applicazione nell’ambito psicoterapico dell’ipnosi possono essere varie. In primo luogo, può essere indicata come tecnica di rilassamento, in quanto alcune reazioni neurofisiologiche dello stato di trance ritraggono lo stato d’ansia allontanandola.
Altro impiego è nel comportamento, con interventi destrutturanti su comportamenti negativi, ristrutturando al loro posto comportamenti più adeguati.
Ancora può essere utilizzata nell’ipnoanalisi, analizzando il materiale analitico emerso durante lo stato di trance ipnotica. In ambito clinico, l’ipnosi è utile nel trattamento di sindromi nevrotiche neurasteniche e nell’ipocondria. Può essere inoltre utile nei disturbi somatoformi e nelle varie forme di conversione somatica (paralisi isteriche, afasie, manifestazioni pseudosincopali o pseudoepilettiche, disfagie, sindromi vertiginose, turbe dell’intestino) o psichica (nevrosi isteriche, amnesie, stati crepuscolari, arresti psicomotori); inoltre, è utile nelle forme psicogene delle sindromi postraumatiche da stress, nelle sindromi ganseriformi e nella pseudodemenza.
Altri ambiti d’impiego dell’ipnosi sono le nevrosi d’ansia e fobiche, il controllo delle abitudini, obesità, alcolismo, tossicomanie, fumo.
Particolare difficoltà nel trattamento ipnotico si ha nei pazienti psicotici ed in particolare con pazienti soggetti a scompensi di tipo dissociativo ( schizofrenici).
L’anestesia ipnotica è di grande aiuto, ad esempio, negli interventi di chirurgia plastica, dove, ad esempio, l’innesto di lembi cutanei deve essere seguito da settimane di immobilità. Nel corso degli interventi si ha un vantaggio per il paziente ipnotizzato, rispetto a quello narcotizzato, perchè può facilitare il lavoro del chirurgo durante l’intervento.
Inoltre l’uso dell’ipnosi abbrevia il decorso post-operatorio, previene dolori e vomito e favorisce la cicatrizzazione. Molto utile risulta talvolta l’anestesia bilanciata, dove l’anestesia farmacologica è preceduta dall’ipnosi che ne moltiplica l’efficacia, in questi termini se ne fa uso anche in campo odontoiatrico e alle volte, per brevi interventi, in sostituzione all’anestetico stesso.
Sono stati molti, nel corso degli anni, gli interventi chirurgici praticati in stato sonnambolico (appendicectomia, erniectomia, tonsillectomia, interventi odontoiatrici, oculistici, ostetrici); al risveglio si è avuta un’amnesia completa per l’evento e un buon decorso post-operatorio.
Non sono ancora del tutto chiari i meccanismi neurofisiologici e psicologici alla base dell’analgesia ipnotica, si pensa che i procedimenti psicologici intellettivi ed emotivi abbiano la possibilità di influenzare l’equilibrio delle sinapsi dei centri nervosi dove convergono stimoli periferici sensitivi centripeti e centrali centrifughi; in tal senso, verrebbero modificate, in modo parzialmente conscio, la conduzione e la percezione del dolore mediante un’interazione continua tra eccitazione e inibizione.
Di da che con l’induzione ipnotica si ottiene un alterazione percettiva, ossia la soppressione delle componenti emotivo-affettive del dolore e la conseguente indifferenza del soggetto dovuta all’eliminazione a livello centrale dei circuiti limbo-ipotalamici coinvolti nei processi di integrazione cenestesica affettiva.
Nel controllo del dolore vi è anche un’interpretazione legata alla biochimica che prevede come il cervello in ipnosi, o durante particolari stati alternativi di coscienza, è in grado di sollecitare la produzione di endorfine, sostanze morfino-simili che neutralizzano lo stimolo doloroso.
Il lavoro e l’esperienza nel campo dell’ipnosi ci ha permesso di sviluppare nella nostra Scuola di Ipnosi Costruttivista un acronimo TIFIDIDIME che permette di fissare i punti da prendere in considerazione durante un induzione con l’Ipnosi Costruttivista, si possono generare stati di Trance Ipnotica con 4 induzioni e quattro metodologie ipnotiche differenti:
T terapeuta (trance)
I ipnotizzato (ipnosi)
F focalizzazione (spostamento nel tempo e nello spazio)
I intensificazione (aumento/diminuzione di una sensazione)
D dissociazione (orientamento al mondo interno inconscio)
I implicazione (associazione, causa effetto, se X allora Y)
D descrizioni usate da parte sia da parte dell’ipnotista come dell’ipnotizzato
I induzioni standard o pre strutturate dall’ipnotista
M manipolazione consapevole del soggetto di riferimento anche attraverso il contatto fisico
E elicitazione, fare emergere un nuovo stato mentale desiderato
Così brevemente qui di seguito tutti i passaggi dello stato di trance ipnotica con un altro acronimo di riferimento SEMOLTAFEDE:
SE sincronismo emotivo nella relazione col paziente/cliente
MO monoidea di riferimento suggerita dall’ipnotista
L limitazione del campo percettivo di consapevolezza per il cliente
T trance ipnotica ottenuta con la metodologia della pratica ipnotica scelta
A attivazione del potenziale mentale creativo del cliente, come conseguenza della trance indotta
FE fenomenologia osservabile dall’esterno, segnali della trance in corso
DE detrance come graduale ritorno allo stato di veglia del cliente guidato dall’ipnotista
In questi due semplici acronimi tutta la nostra attenzione all’Ipnosi Costruttivista e lo sviluppo nel tempo di un approccio pragmatico con l’ipnosi, utilizzando tutto ciò che si conosce fino ad oggi di efficace nella pratica della trance ipnotica.